Gestione dell'Informazione


INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE SUL GRADO DI RISCHIO DEL TERRITORIO
La legislazione in materia di informazione alla popolazione ha rilevato quanto sia necessario informare tutti i cittadini dei rischi presenti sul territorio per permettere una risposta adeguata al verificarsi di un evento calamitoso.
Larticolo 12 della Legge 3 Agosto 1999, n. 265 “Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali”, nonche modifiche alla Legge 8 Giugno 1990, n.142 trasferisce al Sindaco le competenze del Prefetto in materia di informazione alla popolazione su situazioni di pericolo per calamita naturali.
Anche la legislazione in materia di rischio industriale (DPR 175/1988; legge n. 137/97 e D.Lgs. n. 334/99) sancisce lobbligo per il Sindaco di informazione della popolazione in merito ai rischi di incidenti rilevanti connessi con attivita industriali dove e localizzato lo stabilimento soggetto a rischio
Il sistema territoriale inteso come linsieme dei sistemi naturalesociale-politico, risulta tanto più vulnerabile rispetto ad un determinato evento, quanto piu basso e il livello di conoscenza della popolazione riguardo allevento atteso, al suo modo di manifestarsi e alle azioni necessarie per mitigarne gli effetti.
Linformazione della popolazione e, quindi, uno tra gli obiettivi principali di una concreta politica di riduzione del rischio.
Linformazione non dovrà pero limitarsi solo alla spiegazione scientifica, ma dovrà fornire anche indicazioni precise sui comportamenti da tenere dentro e fuori la propria abitazione o luogo di lavoro.
Il Fine dell’informazione
La popolazione deve essere messa a conoscenza dei rischi presenti sul territorio, attraverso una mappatura delle fonti di rischio o calamita.
In caso di necessita, la popolazione stessa deve essere in grado di reagire adeguatamente dettando comportamenti atti a ridurre il piu possibile eventuali danni per se e per la propria famiglia, a facilitare le operazioni di soccorso e di eventuale evacuazione.
Per ottenere tale risultato sono necessario procedure di comportamento pre-elaborate da rendere note alla popolazione, affinche sappiano cosa fare a seconda delle situazioni di incidente o calamita che potrebbero presentarsi.
Nel processo di pianificazione si tiene conto degli obiettivi fondamentali dell’attività di informazione, che in linea di massima sono:
- Informare i cittadini sulla Struttura di Protezione Civile. Al comune cittadino non è sempre ben chiaro come sia organizzata la Protezione Civile e quali siano le diverse autorità che concorrono alla gestione dell’emergenza. Ciò può creare disorientamento nell’individuazione delle autorità responsabili a livello locale;
- Informare i cittadini riguardo agli eventi e alle situazioni di crisi che possono insistere sul territorio;
- Informare i cittadini sui comportamenti da adottare in caso di emergenza: la conoscenza dei fenomeni e delle modalità da seguire in determinate situazioni servono a radicare nella popolazione una cultura del comportamento responsabile che e indispensabile in ogni scenario di crisi;
- Informare ed interagire con i media: sviluppare un buon rapporto con la Stampa, sempre e soprattutto in tempo di normalità.
Informazione Preventiva alla Popolazione
Per quanto concerne l’informazione e fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate all’evento conosca preventivamente:
- Le caratteristiche essenziali del rischio che insiste sul proprio territorio;
- Le disposizioni del Piano Comunale di Protezione Civile;
- Come comportarsi prima, durante e dopo l’evento;
- Con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed allarmi.
Questa attività sarà articolata in funzione della disponibilità di risorse economiche e quindi si svilupperà e diffonderà la conoscenza attraverso:
- Programmi formativi scolastici;
- Pubblicazioni specifiche per il territorio di appartenenza;
- Articoli e spot informativi organizzati con i media locali.
Informazione in Emergenza
E la più importante e delicata fase dell’informazione: quella in emergenza: la massima attenzione sarà posta sulle modalità di diramazione e sui contenuti dei messaggi. Questi dovranno essere brevi e concisi e chiarire principalmente:
- La fase in corso;
- Le spiegazioni di cosa e successo, dove, quando e quali potrebbero essere gli sviluppi;
- Le strutture operative di soccorso impiegate e cosa stanno facendo;
- I comportamenti di autoprotezione per la popolazione.
Il contenuto dei messaggi dovrà essere chiaro, sintetico, preciso, essenziale; le informazioni dovranno essere diffuse tempestivamente e ad intervalli regolari.
La comunicazione costante sarà prodotta anche al fine di limitare il più possibile il panico alla popolazione, la quale non deve sentirsi abbandonata, bensì percepire con chiarezza che è in atto il primo soccorso e la messa in sicurezza delle persone colpite.
Informazione e Media
E importante un rapporto costante con i media: si dovrà considerare la reazione dei diversi team giornalistici alle eventuali restrizioni che appariranno loro incomprensibili, fornendo costanti aggiornamenti e informazioni.
I giornalisti, infatti, nella loro azione di raccolta dati, tenteranno di arrivare con ogni mezzo all’informazione e in alcuni casi potrebbero intralciare l’opera di soccorso.
Una buona organizzazione e gestione delle relazioni con i media può alleviare questi problemi permettendo di ricavarne i vantaggi dalle potenzialita mediatiche, per esempio per gli appelli ai donatori di sangue, pubblicizzando dettagli dei piani di evacuazione o i numeri telefonici dei centri di raccolta o delle unita mobili.
L’arrivo dei giornalisti sui luoghi del disastro deve essere previsto. Nel caso di una catastrofe le richieste dei media locali e regionali si sovrapporranno a quelle nazionali; se queste richieste non vengono anticipate, i rappresentanti dellinformazione finiranno con laumentare il caos, nonché la tensione in un momento caratterizzato da elevato stress.
Inoltre può essere utile tenere in considerazione che è importante un’attenzione particolare all’informazione in caso di dispersi, vittime e feriti. E opportuno non rilasciare informazioni non verificate e i parenti prossimi informati; potrebbe essere necessario spiegare tale accertamento e che la verifica delle informazioni richiede un lungo periodo per identificare al meglio le vittime.
Solo l’autorità ufficiale può autorizzare il rilascio delle informazioni che riguardano le persone, nel rispetto della vigente normativa sulla privacy.
Le comunicazioni ai media non devono includere ipotesi o supposizioni sulle cause del disastro; non devono esprimere premature stime sui numeri delle vittime, feriti e dispersi;
Circa le limitazioni al rilascio di informazioni e bene, onde evitare giudizi prematuri o accuse, essere chiari e franchi nello spiegare la situazione in atto sulla base dei dati e delle informazioni certe.
La comunicazione dovrà quindi essere articolata in modo essenziale e schematico comunicando: cosa è successo, cosa si sta facendo e cosa si e programmato di fare in funzione dell’evolversi della situazione.
Salvaguardia dell’individuo
Potrebbe riscontrarsi forti pressioni da parte della stampa nel ricercare interviste con i sopravvissuti e i loro parenti che saranno scioccati e troppo depressi per rilasciare interviste; la prima preoccupazione deve essere sempre rivolta alla salvaguardia dell’individuo.
E necessario alleviare la pressione e la tensione sulle persone coinvolte, parenti e amici che devono essere supportati e indirizzati su come affrontare l’eventuale intervista.
Il responsabile ufficiale del collegamento con i media dovrebbe supportare parenti e sopravvissuti, consigliando loro le modalità e comportamenti da tenere nelle esposizioni televisive, nonché aiutare a preparare le dichiarazioni.
Si deve sempre evitare di coinvolgere sopravvissuti emotivi, parenti ed amici non disponibili all’intervista oppure intervistare e/o fotografare bambini.
Esercitazioni
Le esercitazioni di Protezione Civile hanno lo scopo di:
- Preparare la popolazione all’evento
- Educare i cittadini alle procedure di autoprotezione e soccorso
- Verificare la risposta della struttura comunale di P.C. al verificarsi di eventi calamitosi sul territorio.
Le esercitazioni devono quindi far emergere “quello che non va” all’interno della pianificazione, in modo da evidenziare le caratteristiche negative del sistema di soccorso che necessitano di aggiustamenti e rimedi.
Il soccorso che si fornisce alla popolazione in casi di emergenza va necessariamente incontro a una nutrita serie di variabili difficili da prevedere nel processo di pianificazione interna.
E’ per questo motivo che si e redatto un Piano elastico, capace di adattarsi a vari eventi, volutamente sprovvisto di procedure interne rigide che risulterebbero difficili da seguire pedissequamente durante le fasi dell’emergenza.
Le esercitazioni dovranno essere verosimili e tendere il più possibile alla simulazione della realtà degli scenari pianificati, nonche precedute da unadeguata azione informativa della popolazione sui comportamenti da seguire in emergenza e di sensibilizzazione della struttura comunale, L’organizzazione di unesercitazione considerera gli obiettivi ( ad es. verifica dei tempi di attivazione, di materiali e mezzi, modalita di informazione alla popolazione, congruità delle aree di P.C.), gli scenari previsti e le strutture operative da coinvolgere.
Le esercitazioni di protezione civile sono di livello nazionale, regionale, provinciale o comunale e si suddividono in:
1. Esercitazioni per posti di comando, che coinvolgono soltanto gli organi direttivi e le reti delle comunicazioni;
2. Esercitazioni operative, che coinvolgono solo le strutture operative (VV.FF., forze armate, organizzazioni di volontariato, gruppi comunali di protezione civile), con l’obiettivo specifico di testarne reattività, uso di mezzi, attrezzature e tecniche d’intervento;
3. Esercitazioni dimostrative di uomini e mezzi;
4. Esercitazioni Miste, che coinvolgono uomini e mezzi di amministrazioni ed enti diversi.
Gli elementi indispensabili di un’esercitazione sono:
a) Scopi e obiettivi;
b) Scenario ipotizzato;
c) Territorio;
d) Direzione dell’esercitazione;
e) Partecipanti.